Mai sentito parlare della rigenerazione del territorio?
Negli ultimi 50 anni il suolo italiano è stato consumato al ritmo di 90 ettari al giorno, se il ritmo persiste nei prossimi 20 anni se ne andranno quasi 660 mila ettari ossia una superficie ampia quasi come il Friuli Venezia Giulia.
E’ l’unica alternativa alla cementificazione: rigenerare e riqualificare il patrimonio esistente spesso dismesso ed inutilizzato.
Ma che cos’è la rigenerazione?
E’ ben spiegata in un articolo dell’Architetto Mariangela Mertelotta sul sito www.archittetturasostenibile.it. “Rigenerare – lo dice il termine stesso – significa, in ambito urbano, approcciarsi all’evoluzione di un tessuto edificato e non, attraverso una serie di continue demolizioni, ricostruzioni e rifunzionalizzazioni delle sue parti che tengano conto delle esigenze specifiche del contesto” .
Nell’ultimo decennio la rigenerazione urbana ha fatto passi in avanti affermandosi come approccio multi partecipato per dare alle città non solo un aspetto nuovo e competitivo, rilanciandone l’immagine territoriale a livello estetico, ma dando loro nuovo respiro dal punto di vista culturale, economico e sociale e chiaramente con attenzione agli aspetti ambientali.
Il vero paradosso è che in Italia si stimano circa 7 milioni di case vuote, non ci vive nessuno, a volte sono del tutto abbandonate senza alcun interesse da parte dei proprietari. Per la cronaca, in Europa non va meglio: una casa su sei è vuota.
E proprio in questo contesto che sono stati previsti tutta una serie di incentivi per il recupero del patrimonio esistente allo scopo di preservare le istanze delle generazioni avvenire per la salvaguardia e la sostenibilità dell’ambiente. Si va dal bonus per la ristrutturazione al 50% con spesa massima di 96mila euro, al connesso bonus mobili ed elettrodomestici, una detrazione Irpef al 50% per l’acquisto di mobili nuovi e grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile già oggetto di lavori di recupero, con tetto massimo di spesa fino a 16 mila euro. Si potrà fruire dell’ecobonus, la detrazione fiscale al 50 o al 65% per lavori finalizzati al risparmio energetico, e del bonus verde, la detrazione fiscale al 36% per le spese sostenute per interventi di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi e realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Il Bonus facciate è una detrazione Irpef al 90%per le spese sostenute per interventi, compresi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna, finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati in determinate zone. Il Superbonus invece è l’agevolazione al 110% per le spese sostenute per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici, la coibentazione del tetto e l’eliminazione delle barriere architettoniche. Si può scegliere se utilizzare la detrazione spettante in cinque quote annuali di pari importo (questo nel caso in cui si effettui direttamente la spesa pagando l’impresa o le imprese che eseguiranno gli interventi), se optare per lo sconto in fattura applicato dall’impresa o dalle imprese, oppure per la cessione del credito ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito con facoltà di successiva cessione. L’impresa che effettuerà lo sconto, acquisirà un credito d’imposta pari al 110% dello sconto applicato in fattura.Per le spese sostenute per a fornitura e la posa in opera di vasi sanitari in ceramica e l’installazione di rubinetti e miscelatori per bagno e cucina invece è previsto un bonus idrico da 1000 euro.Infine per le spese sostenute nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2017 e il 31 dicembre 2021 per interventi antisismici su edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) e nella zona 3, le cui procedure di autorizzazione sono state attivate a partire dal 1° gennaio 2017, spetta una detrazione del 50%, il cosiddetto sismabonus, da calcolare su un importo complessivo di 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno e fruibile in cinque rate annuali di pari importo.
Ma la permuta cosa c’entra?
Anche noi, con il nostro sito www.permutareimmobiliare.it, vogliamo dare il nostro contributo alla salvaguardia del pianeta. Ci rivolgiamo a quei 7 milioni di proprietari di immobili inutilizzati che, non avendo le risorse disponibili per portare a compimento una ristrutturazione, li lasciano cadere nell’oblio facendone svilire il loro valore ed agevolando così la cementificazione di nuove costruzioni.
Se hai un immobile disponibile non ridurlo a rudere ma prova a permutarlo con un’impresa costruttrice, potrai ricevere in cambio una porzione dell’immobile ristrutturato ed altre famiglie in cerca di casa potranno avere nuove opportunità di sistemazione senza dover per forza sacrificare spazi a verde ma solo recuperando l’esistente.